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venerdì 8 maggio 2015

Onirico viaggio in Sala Grande

Ho fatto uno strano sogno.
Avevo i piedi immersi in acque gelide, la giornata era grigia. Attorno a me vedevo
cumuli di cristalli bianchi splendenti. La brezza leggera accarezzava il mio volto
mentre osservavo una donna lavorare. Mi voltai di scatto, lo sguardo mio si infiltrò tra
alcune rocce rosse. Scorsi una grotta; l’ombra delle pareti nella pietra ferita mi
ricordò l’oscurità e la profondità delle tue pupille, si stagliano sul mare azzurroverde
e limpido dei tuoi occhi. Entrai nella grotta e la frescura dell’ombra mi abbracciò.
Nuotai e nuotai. Tornai in paese dalla viuzza con la scala di pietra che adori per via
di quell’agave, selvaggio, che sbuca dalla terra arida d’estate. 



Sulla terrazza un’anziana donna lavorava la lana; ogni tanto alzava lo sguardo sui pescatori che
combattevano contro il vento sulla riva per raccogliere le reti e sulle colline, dove il
vento scuote l’erba e si intravedono i fichi d’india, dove i contadini riposano ai piedi
del grande ulivo . Lo sguardo le si perse sulle rovine di templi e monumenti.
Continuai a camminare lungo i sentieri e su uno specchio d’acqua vidi la mia
immagine riflessa. Attraversai la polvere e camminai e camminai in mezzo alla
povera gente che lavorava. Ad un certo punto udì lamento di animali, entrai nella
fattoria vicina e notai una scrofa, sporca, dar da mangiare ai suoi piccoli. Un rumore,
un verso forte mi scosse e fu così che mi svegliai...


Eleonora Nicotra 
©© 2015

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